martedì 13 dicembre 2011

Il momento è ORA

Ho ricevuto, qualche giorno fa, questo messaggio via facebook:

"La manovra Monti grava pesantemente sulle lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i giovani mentre salvaguarda i grandi patrimoni, i grandi speculatori, i grandi evasori.
E’ vergognoso l’intervento sulle pensioni. Si porta da subito il periodo contributivo a 42 anni e un mese, prevedendo che cresca di un altro mese ogni anno futuro, e si aboliscono le quote cioè la somma tra età ed anni di lavoro. Ci si accanisce ancora una volta con le donne che hanno sopportato per tutta la vita anche la fatica del lavoro domestico e di cura. 

Si portano tutti al contributivo diminuendo pensioni già basse e si blocca la rivalutazione delle pensioni al costo della vita per pensioni da anni non più agganciate all’aumento delle retribuzioni.Per giustificare questi interventi, si è preparato il terreno raccontando molte falsità.E’ falso che l’Italia spenda per le pensioni più del resto d’Europa ed il bilancio dell’Inps è in attivo ormai da anni. E’ vero invece che il sistema previdenziale è iniquo, perché i fondi dei lavoratori dipendenti, dei parasubordinati e quelli per la cassa integrazione, con i loro attivi coprono i passivi degli altri fondi a partire da quelli dei dirigenti, su cui non c’è nessun intervento. Così accade che ci siano pensioni da, 90.246 euro al mese, che prendono dall’INPS ogni 48 ore quanto un pensionato al minimo prende in un anno!
Intervenire ancora per fare cassa sulle pensioni dei lavoratori è intollerabile. Così come è inaccettabile l’attacco continuo sui lavoratori pubblici. Tagliare ancora, invece di preoccuparsi di assicurare oggi un reddito sociale e domani una pensione decente per i lavoratori precari e i giovani, altrimenti condannati alla miseria, è scandaloso.E’ inaccettabile tagliare ancora su Regioni ed Enti Locali. Si tagliano altri 5 miliardi da subito, 6,5 dal 2012. Sono tagli ai servizi sociali, agli asili nido, alla non autosufficienza, alle politiche abitative e del lavoro. E’ messa in discussione sempre di più la sanità pubblica, già colpita da tagli per 13 miliardi al 2014. Inoltre nulla si prevede per scuola e università, anzi si proclama la continuità con la controriforma Gelmini.E’ iniquo l’intervento sulla casa. La rivalutazione degli estimi catastali, unito alla reintroduzione dell’ICI sulla prima casa colpirà pesantemente le famiglie italiane. Si colpisce nel mucchio senza tutelare i lavoratori e le fasce più deboli. Senza contare che non è prevista alcuna estensione del pagamento dell’ICI sugli immobili ecclesiastici utilizzati a fini di lucro.
Così come è inaccettabile l’ulteriore aumento dei carburanti.Per uscire dalla crisi era possibile e necessario fare altre scelte, in primo luogo la patrimoniale e una tassa adeguata sui capitali scudati. Con una patrimoniale progressiva a partire dall’1% sopra il milione di euro si potevano e possono reperire 20 miliardi di risorse colpendo solo il 5% della popolazione più ricca. Con una tassa sui capitali scudati del 15% e non dell’1,5% si potevano e possono reperire 15 miliardi, colpendo i grandi evasori e le loro attività illecite.
E’ inaccettabile che non siano previsti tagli alle spese militari e che non venga bloccato l’assurdo acquisto di cacciabombardieri e che non si ponga fine alle deleterie missioni di guerra all’estero. Così come è inaccettabile che non sia prevista la messa all’asta le frequenze televisive che da sole potrebbero determinare alcuni miliardi di introiti.
Vi è un vivo allarme e netta contrarietà rispetto ai contenuti del nuovo patto europeo deciso a Bruxelles nei giorni scorsi. Esso prevede un ulteriore restrizione delle politiche di bilancio - che si sono rivelate socialmente inique ed economicamente recessive – ed un ulteriore riduzione della democrazia, togliendo ai parlamenti ed attribuendo alle tecnocrazie europee decisioni che riguardano l’avvenire dei popoli del continente. Analogamente si esprime contrarietà riguardo l’introduzione in Costituzione del vincolo di pareggio di bilancio. Si chiede che queste decisione siano sottoposte al voto degli italiani con un referendum secondo le procedure previste dalla Costituzione. Questo è tanto più necessario in quanto agli italiani è stato sottratto il diritto di decidere in libere elezioni quale governo e quali indirizzi politici dare al paese dopo il fallimento delle destre e la crisi del governo Berlusconi."

Sembra il testo di un documento di Rifondazione comunista: le proposte sono più o meno le stesse. Ma è proprio questo il dato di grande interesse. Chi ha scritto queste righe non è mai stato né iscritto né elettore di Rifondazione comunista. E' una persona di sinistra che ha svolto un periodo di attività politica ai tempi del PDS. Eppure la sintonia con le nostre proposte è evidente.
Altro episodio: il giorno delle dimissioni di Berlusconi mi trovavo assieme ad una persona, funzionario pubblico, da poco iscritto al PD. Discutevamo sul fatto se il nuovo governo avrebbe messo in campo scelte più eque e più "di sinistra" rispetto a quelle di Berlusconi  Io sostenevo di no, questa persona mi diceva che non dovevo dimenticare che nella nuova maggioranza ci sarebbe stato anche il PD, che quindi Monti sarebbe stato costretto, magari suo malgrado, ad evitare il massacro sociale. Quindi ci sarebbe stata la patrimoniale, non si sarebbe incrudelito sulle classi più deboli eccetera. Ci siamo rivisti un paio di giorni fa. "A Bersani do tempo un mese" mi ha detto "poi gli rispedisco la tessera!".
Credo che questi due episodi mostrino un paio di cose: prima di tutto la sintonia attuale fra le nostre proposte (giuste) e il sentire comune del popolo di sinistra. Non mi ricordo che una sintonia del genere ci sia mai stata nei venti anni di Rifondazione comunista. Anche la proposta (giusta) delle 35 ore a parità di salario incontrò fortissime perplessità, a quei tempi. Eppure le percentuali elettorali erano molto maggiori di quelle di oggi. Oggi invece le nostre proposte, quando abbiamo la possibilità di manifestarle, ottengono consenso. In un momento in cui SEL e PD scontano la difficoltà della fase. Non a caso Ferrero in questi giorni è spesso in televisione, mai come adesso è capitato. Forse perché è l'unica voce critica da sinistra (l'IDV parla parla, ma ha votato la fiducia a questo governo!), forse perché non si vuole che SEL cresca ulteriormente nei sondaggi e che quindi possa creare qualche problema, forse perché il PD ci "usa" per fare quell'opposizione che vorrebbe fare lui ma "non può". Non dico che non sia importante sapere il perché di questo rinnovato interesse mediatico per noi, ma, mentre cerchiamo di spiegarcelo, approfittiamone. Non è detto che questa ritrovata sintonia con il sentire comune del "popolo di sinistra" e questa visibilità mediatica del nostro segretario si traducano automaticamente in una crescita in termini di consenso. Ma è certo che dobbiamo provare ad approfittarne.
E prestare attenzione a non autoisolarsi nel nostro aver ragione. Lunedì mattina, in occasione della manifestazione per lo sciopero generale, alcuni compagni mi dicevano "con il PD che sostiene questo governo non ci dobbiamo neppure parlare, nei comuni dove si va al voto andiamo da soli!" e, indicando i -pochi- militanti del PD che portavano le loro bandiere, ironizzavano sul loro essere in piazza mentre in Parlamento i loro eletti votano la manovra-massacro sociale di Monti. Credo non ci sarebbe atteggiamento più sbagliato, oggi come oggi. Isolarsi, rifiutare il confronto è sempre sbagliato. Ancora più sbagliato lo è quando le nostre posizioni sono potenzialmente egemoni. Altro piccolo aneddoto, questa volta di qualche anno fa. Anno 1999, l'Italia è impegnata nella guerra contro la Jugoslavia; il presidente del consiglio si chiama Massimo D'Alema. Per le via della mia città c'è una manifestazione contro la guerra. In disparte, nel corteo, due ragazze e due ragazzi con la bandiera dei DS. Un compagno dei Giovani comunisti, arrabbiato per quella che considerava una intollerabile ipocrisia (partecipare ad una manifestazione pacifista mentre il capo del loro partito sta bombardando Belgrado), si mette dietro di loro e comincia a scandire "D'Alema boia, D'Alema boia". I quattro, si guardano un po' attorno, si dicono qualcosa, quindi lasciano il corteo. Cosa ha fatto 12 anni fa quel compagno dei Giovani comunisti? Ha fatto egemonia o, pur in piena buona fede, ha ricompattato una piccola crepa che si stava verificando nei DS? Credo che avremmo dovuto apprezzare il coraggio di quei quattro giovani diessini che, non essendo d'accordo con le scelte del loro governo, manifestavano per la pace. Era come se ci dicessero: "Avete ragione voi, D'Alema sbaglia. Ma non tutti, nei DS, la pensano come lui su questa cosa". Avremmo dovuto parlare con loro, incoraggiarli a sostenere quella posizione nel loro partito. Invece no, sono stati di fatto "cacciati" dal corteo e abbiamo tolto loro, se non la voce, almeno la voglia di parlare del loro dissenso.
Oggi la situazione può essere favorevole per la crescita del nostro partito. Qualche settimana fa scrivevo che si deve affermare che a Monti è possibile una alternativa, anche se tutti dicono di no. Oggi in molti cercano quella alternativa. Non sono con noi ma domani potrebbero esserlo. Perché le nostre idee su come uscire dalla crisi sono non solo apprezzate ma sono quasi "senso comune" di larga parte della sinistra, forse così come non lo sono mai state. Aggiungiamo a questo senso comune, alla ritrovata visibilità del nostro segretario nazionale (che si sembra tanta perché veniamo da tre anni di "buio", ma tanta non lo è) il nostro lavoro politico nelle piazze, su internet, nelle Case del Popolo, nei luoghi di lavoro. E non cacciamo, non attacchiamo, chi "non è dei nostri" ma, nei fatti, ci da ragione. Perché ORA, in questi giorni, abbiamo la possibilità di esercitare egemonia. Domani, chissà...

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