giovedì 8 dicembre 2011

La democrazia è un lusso

Quando fu nominato un governo di tecnici fui contento, perché quel governo fatto di esperti avrebbe potuto salvare l’Italia dalla bancarotta verso cui ci avevano portato i precedenti governi politici; c’erano decisioni impopolari da prendere e nessun governo politico si sarebbe assunto questa responsabilità. Un governo di tecnici era quello che ci voleva. Un governo fatto di persone rispettabili e per bene, così diverso da quel caravanserraglio di nani e ballerine che aveva caratterizzato il governo precedente, che aveva messo in ridicolo il Paese in tutto il mondo.


Quando il governo di tecnici abolì le Province non mi opposi, perché nonostante le province fossero previste dalla Costituzione e tutti i grandi paesi europei ne prevedessero l’esistenza, era opinione comune che le Province fossero enti inutili e che le loro funzioni avrebbero potuto benissimo essere svolte dalle Regioni e dai Comuni. Prima però furono cancellati gli esecutivi delle Province, di modo che le decisioni su cosa fare e su cosa non fare fossero prese da altri tecnici. Se una proposta che veniva dal consiglio non convinceva i tecnici questi normalmente rispondevano: “non ci sono i soldi”. Giustamente, perché andava limitata la spesa pubblica. Il politico cerca voti ed è portato a spendere, il tecnico sa che la sua Bibbia è il bilancio.

Quando furono eliminati anche gli esecutivi di Comuni e Regioni non dissi nulla, perché lo stesso provvedimento nei confronti delle Province aveva effettivamente limitato la spesa. C’erano stati sì degli inconvenienti in termini di servizio al cittadino, ma eravamo in un periodo speciale e qualche sacrificio andava fatto. Non c’era ragione perché continuassero ad esistere le giunte provinciali e comunali: se il primo obiettivo era tenere sotto controllo la spesa, bastava un tecnico che garantiva i servizi minimi, d’accordo con il sindaco o il presidente della regione.

Quando mi resi conto che i sacrifici non accennavano a diminuire; quando mi resi conto che ormai il Parlamento era ridotto ad organo che ratifica le decisioni del governo prese in base all’andamento dei mercati; quando mi resi conto che la tanto sbandierata equità era una parola vuota, perché nonostante io fossi sempre più povero (per salvare il paese dalla bancarotta), i ricchi erano sempre più ricchi; quando mi resi conto  che le banche avevano tanti soldi come mai prima, mentre io che avrei lavorato fino a 70 anni per una pensione ridicola, non ce la facevo più a vivere, provai a chiedere spiegazioni e mi fu risposto: “Il nostro obiettivo è il pareggio di bilancio, non la democrazia; la democrazia è un lusso che non ci possiamo più permettere”

A special thanks to Martin Niemoeller...

Nessun commento:

Posta un commento