giovedì 27 gennaio 2011

Riflessioni sul "Giorno della Memoria"

Di seguito riporto una rielaborazione (con l'eliminazione di qualche ridondanza "retorica" e con qualche riflessione in più) dell'intervento che ho tenuto in occasione della consegna delle Medaglie d'Onore a due cittadini della Provincia di pistoia internati nei lager nazisti:

Il 27 gennaio 1945 veniva liberato, ad opera dell’Armata Rossa, il campo di sterminio di Auschwitz. Oggi, a distanza di 66 anni,si ricorda una immane tragedia del passato per tentare di evitare nuove tragedie simili.

Credo che per commemorare seriamente le vittime della bestia nazifascista occorrano due sguardi: uno rivolto al passato ed uno rivolto al presente e al futuro. E' necessario il doveroso omaggio alle vittime della disumanità nazifascista, è necessaria una analisi ed un bilancio storico e politico di quelle tragiche vicende, ma è al pari necessario imparare a riconoscere, e a combattere, i semi e le manifestazioni dell'odio, della violenza, della disumanità che ancora infettano il mondo.

lunedì 24 gennaio 2011

E se si tagliassero le spese militari?

Copio-incollo il testo di un volantino del Comitato Fiorentino Fermiamo la Guerra... mi pare eloquente e non necessita di alcun commento

Mentre la crisi colpisce duramente lavoratori e ceti medi, il Governo Berlusconi taglia gli stanziamenti per lo Stato Sociale, per la cultura, la scuola, la ricerca e in generale per tutto ciò che può ridurre l’impatto della crisi e favorire la ripresa.

giovedì 20 gennaio 2011

Il bunga bunga del contratto aziendale

Pensavo di essere un pazzo paranoico, di avere la sindrome del complotto. Eppure in tutta questa rinnovata attenzione sulle squallide vicende erotiche di Silvio Berlusconi c'era qualcosa che non mi tornava. Innazitutto sul tempismo della cosa: a ridosso del voto di Mirafiori, che segnava una scofitta sul piano numerico ma una vittoria politica per la Fiom. E' chiaro che, in presenza di una sconfitta sul piano numerico, si può parlare di vittoria politica se è presente un movimento, se della cosa se ne continua a parlare. Se di una cosa non se ne parla più non c'è più neppure la vittoria politica, perché la cosa passa in secondo piano.

domenica 16 gennaio 2011

Come reagiremo a Mirafiori?


Dopo il "referendum" di Mirafiori, dopo lo straordinario risultato ottenuto (47% di "NO", espresso da persone sotto ricatto, maggioranza dei "NO" fra gli operai, il "SI" che vince solo grazie ai "colletti bianchi", cioè coloro che non vedranno la loro condizione di vita e lavorativa sostanzialmente mutata dalla dottrina Marchionne) abbiamo detto che i lavoratori hanno ottenuto una vittoria morale e politica. E con loro adesso sono più forti quelle parti politiche che hanno sostenuto dal primo momento e senza tentennamenti la battaglia della Fiom. Che adesso il PD ha mostrato tutte le sue divisioni ed è meno tortuosa la strada per l'unità della sinistra.

martedì 11 gennaio 2011

"Italia" fra totalitarismo, diversivi ed elezioni


Berlusconi ha deciso: il nuovo nome del suo partito personale, quel caravanserraglio di nani e ballerine già chiamato "Forza Italia" e "Popolo della Libertà", ormai a rischio obsolescenza,si chiamerà "ITALIA".

lunedì 10 gennaio 2011

"Ti piace vincere facile?"

Dunque: Marchionne è uno che prende 5 milioni di euro l'anno e vuole ridurre il costo del lavoro (altrimenti porta tutto in Serbia o in Brasile... evidentemente a lui del caso Battisti non interessa granché... pecunia non olet), vuole aumentare la produttività di una fabbrica che già ora ha moltissimo invenduto, perché la qualità è scarsa e il rapporto prezzo/qualità pessimo.

lunedì 3 gennaio 2011

Stragi fasciste sì, però democratiche!

Il numero del dicembre 2010 della rivista "Theorema - Rivista italiana di sicurezza, geopolitica e intelligence" riporta un interessante articolo firmato "l. t." (Luciano Tirinnanzi?) dal titolo "Golpevoli", nel quale si cerca di descrivere il ruolo dei servizi segreti nella strage di Piazza Fontana, la prima di una lunga e triste serie di stragi generalmente definite "stragi di stato", che furono l'ingrediente principale della strategia della tensione. In realtà nell'articolo non si dice niente di più di quello che di fatto si sa già, tuttavia l'autore dell'articolo ha il merito di affermarlo esplicitamente senza falsi pudori ed in modo avalutativo, astenendosi cioè, per quasi tutto l'articolo, da giudizi morali, come si addice ad un conoscitore dei servizi segreti. Del resto, come ebbe a dire Jurij Vladimirovic Andropov, segretario generale del PCUS dal 1982 al 1984, e soprattutto capo del KGB dal 1967 al 1982, "l'intelligence non prevede il concetto di moralità". Questa citazione serve per una necessaria premessa: è ovvio che chi lavora per i servizi segreti non sia avvezzo agli scrupoli. Vale per tutti, ad ogni latitudine, in ogni epoca, a prescindere dalla forma di stato o di governo cui sono a servizio. L'intelligence non è un ente di beneficenza. Questo è risaputo e quindi non può destare scandalo.