venerdì 11 novembre 2011

Invece si può

‎"In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili."
Mario Monti, Corriere della Sera, 2 gennaio 2011

L'apprezzamento del prossimo capo del governo nei confronti di Gelmini e Marchionne, ossia dei "giustizieri" di scuola pubblica e diritti dei lavoratori, non lascia posto a interpretazioni. Del resto lo stesso Mario Monti ha anche detto che bisogna ringraziare Berlusconi per aver salvato l'Italia dalla sinistra di Occhetto nel '94. Non mi pare ci possano essere dubbi sul segno politico del nuovo governo. Segno politico, perché un governo non può mai essere "tecnico". Un governo è sempre politico. Scegliere di spendere in una cosa invece che in un'altra, di tassare certi redditi invece che altri, di tagliare certe spese invece che altre, è politica, non è ragioneria. quel governo che si premurerà di trovare i soldi per pagare l'interesse al 7% sui Btp. E dove li troverà? da una seria patrimoniale? dalla riduzione delle spese militari? dal recupero della spaventosa evasione fiscale? noooo, roba da comunisti. Meglio tagliare i servizi, aumentare l'IVA, le accise sulla benzina, meglio mandare in pensione a 67 anni... minima spesa massima resa!

Mi lascia perplesso la posizione di quello che ad oggi, secondo i sondaggi, dovrebbe essere il più forte partito a sinistra del PD: Nichi Vendola, a nome di SEL, dice che sosterrà il governo tecnico che dovrà fare tre cose: la patrimoniale, la riduzione delle spese militari, la lotta alla speculazione. A parte il fatto che la patrimoniale la propone ormai anche Montezemolo (vedere qui in che termini), mi pare pura utopia che un governo imposto dalla BCE e dal FMI e sostenuto anche dal PdL e dal Terzo polo possa fare simili riforme. Siccome Vendola non è nato ieri e queste cose le sa bene, mi pare di intravedere una propensione pilatesca del leader di SEL: dare fiducia a Monti per poi "rimproverarlo" per non aver fatto le tre riforme suddette e anzi di aver effettuato un massacro sociale. Lui, Vendola, comunque si laverà le mani del "sangue" (metaforico, ovviamente) che si verserà. Lui aveva detto che il governo tecnico avrebbe dovuto fare altro. Propensione pilatesca peraltro neppure necessaria visto che ad oggi SEL non è in Parlamento e che quindi non ha da votare nessuna fiducia.

Il problema, secondo me, è che, con il pensiero unico, ci hanno convinti dell'"oggettività" dell'economia, ma in economia esistono diversi punti di vista così come in politica. E siccome, come il barbone di Treviri ha insegnato, la politica è sovrastruttura del sistema economico, assumere l'oggettività dell'economia equivale all'aprire la strada alla tecnocrazia, moderna forma di autoritarismo a-democratico. E così ci ritroviamo Papademos in Grecia e Monti in Italia, espressioni di quel mondo bancario che la crisi l'ha provocata, a garantire la solvibilità nei confronti di chi ha acquistato titoli di stato teoricamente rischiosi a interessi da strozzinaggio. Ma non c'è scelta, ci dicono: o mangiare questa minestra o saltare dalla finestra. Ricordo lo slogan della campagna elettorale di Rifondazione comunista per le elezioni regionali del 2000: "Invece si può!". Era una denuncia del pensiero unico, una affermazione dell'esistenza di un'alternativa al neo liberismo. Il movimento no global stava nascendo, l'anno dopo ci sarebbe stato il Social forum di Genova. Credo che quello slogan sia oggi più che mai attuale. A chi ci dice che non si può uscire dalla crisi tagliando le spese militari, che non si può non seguire i diktat dei 39 punti della BCE, a chi ci dice che non si può combattere la speculazione finanziaria e l'evasione fiscale, a chi ci dice che non ci possiamo più permettere un certo livello di servizi pubblici, che non è possibile continuare ad andare in pensione a soli (!!!) 65 anni, rispondiamo così: "invece si può!". Che siano loro a spiegarci perché no.

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