martedì 6 marzo 2012

La sicurezza sul lavoro non è interesse pubblico

Nel disinteresse più o meno generale, quel genio meglio conosciuto come Monti Mario, di mestiere banchiere e presidente del consiglio dei ministri ad avanzatempo ha pensato bene di rifilare al paese l'ennesimo decreto-legge che non riveste affatto carattere di necessità ed urgenza, che dovrebbero essere caratteristica inderogabile di ogni decreto legge, ma che tira un'altra micidiale picconata ai diritti dei lavoratori. Nessuno o quasi se ne è accorto. Parlo ovviamente del famigerato "decreto-semplificazioni" (DL 5/2012) ed in particolare dell'art. 14, che inserisce, in modo quantomeno infingardo, una sostanziale modifica del regime dei controlli in materia di sicurezza sul lavoro. In pratica si dice (comma 4 lettera f) che le aziende certificate iso 9001 o simili saranno praticamente esentate dai controlli di organi statali, regionali e locali in materia di sicurezza sul lavoro.
Le certificazioni diventano quindi una sorta di "autocertificazione". Tu affermi di essere in regola e io mi fido. Già sarebbe grave se fosse così; la realtà è peggiore: le certificazioni suddette, infatti, sono relative alla qualità del prodotto o alla "qualità ambientale" della produzione e non alla sicurezza del lavoro e, dettaglio non trascurabile, sono rilasciate da "enti certificatori" che altro non sono che aziende private pagate da altre aziende private per certificarne il rispetto di certi requisiti.
 Ma questa non è l'unica questione che viene aperta: si parla infatti anche di "collaborazione amichevole con i soggetti controllati" (art. 14, c. 4, lett.d). Collaborazione amichevole. Che vuol dire in pratica? che gli telefoniamo in azienda il giorno prima del controllo per avvertirli? che se riscontriamo, durante il controllo (che, ricordiamolo, avverrà solo nei confronti di chi non è certificato), una irregolarità la sanzione sarà un "bada bada!" e lo pregreremo, per favore, si intende, di fare "per benino"?
Ma la disposizione più sibillina e inquietante è quella contenuta nella lettera b) del medesimo comma, dove addirittura si parla di "eliminazione di attività di controllo non necessarie alla tutela degli interessi pubblici". E quali sono questi interessi pubblici? Ingenuamente pensavo che la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro fossero di per sé interesse pubblico. Evidentemente mi sbagliavo, altrimenti non si spiegherebbe una formulazione del genere. Tra l'altro, una formulazione così (volutamente) vaga, in cui non vengono specificati quali siano gli "interessi pubblici" renderà impossibile (perché magari impugnabile) qualsiasi controllo.
Insomma, una norma che si inserisce a pieno titolo e in perfetta sintonia con l'attacco antilavorista del governo Monti. Niente di nuovo sotto il sole, quindi.

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