giovedì 25 ottobre 2012

Choosy e brioches

In principio fu il "bamboccione", secondo il termine coniato dalla buon anima di Tommaso Padoa Schioppa; poi arrivò lo "sfigato" secondo la "simpaticissima" definizione di tale Michael Martone, viceministro della Repubblica Italiana, che si riferiva a coloro che non finivano gli studi universitari in tempo. Lui, il signorino viceministro, proveniendo da famiglia agiata non poteva contemplare il fatto che magari qualcuno la mattina e il pomeriggio studia e la sera fa il cameriere per pagarsi libri e tasse universitarie. Poche settimane dopo il suo "principale", Mario Monti definisce monotono il "posto fisso". Lui, appena nominato senatore a VITA! Anche la ministra Cancellieri non fu da meno, ridicolizzando il giovani viziati che voglioni il posto fisso vicino a mamma e papà. Ma la palma d'oro spetta senz'altro alla ministra al Lavoro Elsa Fornero che dopo aver garrulamente affermato, in barba alla Costituzione sulla quale lei stessa ha giurato, che "il lavoro non è un diritto", definisce "choosy" il giovane che non è molto felice di essere assunto magari a partita IVA e a chiamata, senza orario, senza ferie, senza alcun tipo di diritto per 700 euro al mese. Un tempo avrei detto che "è la guerra che il governo borghese combatte contro la gioventù proletaria". Oggi probabilmente tale formulazione suonerebbe desueta; mi limito a chiedere se da persone che ricoprono incarichi nel governo della Repubblica italiana non sarebbe lecito aspettarsi un po' più di rispetto per quell'oltre 35% di giovani senza lavoro. A partire da un linguaggio più consono.