lunedì 28 novembre 2011

Maggiordomi e patrimoniali mancate

Bisogna ammetter quando ci si sbaglia. E io sul governo Monti mi sono sbagliato, lo ammetto. Mi sono sbagliato perché ero convinto che quando il nuovo governo avrebbe dimostrato chiaramente che non avrebbe subito i "lacci e lacciuoli" che quell'inutile ammennicolo denominato "Parlamento" - versione in salsa occidentale dei vecchi Soviet d'oltrecortina - gli avrebbe posto (se glieli avesse posti), lo spread sarebbe diminuito. Mi sono sbagliato perché ero convinto che, così tanto per gettare un po' di sangue nell'arena, una patrimonialina, ma piccina piccina, l'avrebbe fatta, visto che lo chiedeva anche Confindustria. Magari una roba leggera, tipo quella proposta l'estate scorsa da Montezemolo: lo 0,5% oltre i 10 milioni di euro. Vale a dire chi ha 10milioni e un euro di patrimonio avrebbe pagato mezzo centesimo di tassa.
Mi sono sbagliato su entrambe le cose. Lo spread sembra essersi "inceppato" attorno ai 500 punti (oggi un po' sopra, domani un po' sotto, domani l'altro ancora un po' sopra...) nonostante sia aumentato anche il rendimento dei bund tedeschi. Cosa che ovviamente Berlusconi può spendere nella lunga campagna elettorale che ha iniziato giusto un paio di giorni fa, sostenendo di voler lavorare dietro le quinte e raddoppiare il suo impegno contro i comunisti. E c'è da scommettere che di qui e le prossime elezioni pure Mario Monti diventerà, per Berlusconi, un comunista. "Vedete che non ero io il problema" dirà il Berlusca, "vedete che non ero io a far innalzare lo spread". Quello spread usato, per dirla con Giuliano Ferrara, novello paladino della democrazia, "come un carroarmato contro l'Italia", ossia contro quello che era il governo legittimato dal voto popolare.
Sulla patrimoniale mi sono sbagliato ancora di più: perché non solo Monti non proporrà nessuna patrimoniale neppure molto molto light, ma addirittura bloccherà l'adeguamento delle pensioni al costo della vita. Stimando un'inflazione al 3%, su una pensione di 1000 euro al mese una simile misura costerà, in termini reali, 360 euro l'anno. In più verrà reintrodotta l'ICI sulla prima casa, costringendo a pagare magari chi già si sobbarca un mutuo da sei o settecento euro al mese (o anche di più). Per non parlare del ventilato ultreriore aumento dell'IVA, che ridurrà ancora di più il già compromesso potere d'acquisto delle famiglie italiane. In compenso i megaricconi che con Montezemolo al governo avrebbero rischiato di pagare quel mezzo centesimo di patrimoniale, si risparmiano anche quello. E magari quel mezzo centesimo risparmiato lo possono spendere nello stipendio del loro maggiordomo. Perché sì, signore e signori, nell'Italia della crisi più nera, nell'Italia a rischio default, i maggiordomi sono una "figura professionale" sempre più ricercata. Ce ne dà notizia, garrulo, il settimanale "Panorama", secondo il quale questa è una bella opportunità per i giovani in cerca di lavoro o per coloro che il lavoro lo hanno perso. Si guadagna bene (fino a 10mila euro al mese! evidentemente nonostante la crisi qualcuno si può ancora permettere di pagare 10mila euro un maggiordomo) e si condivide l'atmosfera familiare di una famiglia importante. Al quale si dovranno stirare i pantaloni, pulire le scarpe e servire la colazione a letto. E toglietevi dalla testa Lurch della famiglia Addams: oggi il maggiordomo è molto più figo, perché sta in jeans e polo e usa lo smart-phone (wow!) per organizzare i lavaggi di biancheria, la pulizia del salone e la cena di Signore e Signora. A me questa pare una notizia tristissima. Perdi il lavoro ma puoi sempre riconvertirti a diventare il servo di una famiglia importante. Guadagnerai bene e del resto tutto ha un costo, anche la tua dignità. Non so perché, assieme al famoso "Chiamato?" di Lurch, mi riecheggia nella testa la fine di una nota poesia:

Il misero si giacque
con la squallida prole, e con la nuda
consorte a lato, su la via spargendo
al passeggiere inutile lamento:
e tu vergine cuccia, idol placato
da le vittime umane, isti superba.

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