domenica 20 marzo 2011

Se potessi avere 1000 euro al mese...

Cosa si fa oggi con 1000 euro al mese? Pagato un affitto medio-basso di un bilocale in periferia (500 euro), pagato il carburante (100 euro), pagate le bollette (altri 100 euro ce li vogliamo mettere?), considerato che se si possiede un auto va comunque assicurata, che se si possiede una TV va pagato il canone eccetera, se va bene rimangono meno di 200 euro al mese. Per mangiare, vestirsi e altre spese incomprimibili. E che non ti venga in mente di fare un figlio! Qualcuno, ministro di un governo di centro-sinistra, pace all'anima sua, definì i giovani "bamboccioni". Se avesse provato a mettere su casa con 1000 euro al mese, sarebbe stato più cauto nel suo giudizio. Ma è roba vecchia, acqua passata. Perché la situazione oggi è peggiore.
Qualche giorno fa il sito del Sole 24Ore ha reso noto una ricerca del Cetro Studi Datagiovani sugli stipendi "di entrata" dei giovani italiani. Ebbene, il primo reddito dei giovani fortunati (quelli che un lavoro, almeno, lo trovano) si aggira sugli 800 euro al mese. E questa è la media del pollo: infatti c'è chi sta meglio e chi sta peggio. I maschi arrivano a guadagnare 900 euro, le femmine si fermano a 750. Gli impiegati si aggirano sui 912, gli operaie gli apprendisti annaspano rispettivamente a 737 e 722. Al nord si guadagnano 876, al sud 750. Con la scuola dell'obbligo si prendono 700 euro, con il diploma 800 (860 se il diploma è di tipo tecnico, meno di 700 per un ex-liceale), con la laurea 1.100 (950 per le lauree umanistiche, 1.300 per quelle sanitarie). Gli atipici poi si fermano a 800 euro, i sempre più rari assunti a tempo indeterminato arrivano a 867. E siccome, appunto, sono cifre medie, questo vuol dire che probabilmente c'è chi lavora per 500 euro al mese.
E si parla, ancora, di fortunati. A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile in Italia ha superato il 29%. E questo è un dato, nessuno lo dice mai, al ribasso: il tasso di disoccupazione è calcolato infatti  come rapporto fra le persone in cerca di lavoro e la forza lavoro complessiva. Il che vuol dire che chi ormai dispera di trovare un lavoro e si arrangia con lavoretti al nero (quando va bene) o chi comunque non si iscrive ai Centri per l'impiego, non viene conteggiato. Le statistiche ci dicono che circa il 20% dei giovani italiani sotto i 24 anni fanno parte della categoria dei NEET (Not in Education, Employement or Training: coloro che non lavorano, non studiano e non fanno formazione professionale): un problema sociale che rischia di trasformarsi in catastrofe sociale. Perché il tempo, a livello di economia globale,  non volge al bello: quali effetti avrà da questo punto di vista la catastrofe giapponese, visto che il Giappone è il secondo detentore del debito USA? E se pure uno come Tremonti, quello che ci diceva che la crisi non esiste e che possiamo tranquillamente comprare un hamburger o verniciare il garage, ci dice che «la speculazione è a piede libero», che «bonus, derivati, tutto è agli stessi livelli di prima della crisi», possiamo stare tranquilli?



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