Cosa si fa oggi con 1000 euro al mese? Pagato un affitto medio-basso di un bilocale in periferia (500 euro), pagato il carburante (100 euro), pagate le bollette (altri 100 euro ce li vogliamo mettere?), considerato che se si possiede un auto va comunque assicurata, che se si possiede una TV va pagato il canone eccetera, se va bene rimangono meno di 200 euro al mese. Per mangiare, vestirsi e altre spese incomprimibili. E che non ti venga in mente di fare un figlio! Qualcuno, ministro di un governo di centro-sinistra, pace all'anima sua, definì i giovani "bamboccioni". Se avesse provato a mettere su casa con 1000 euro al mese, sarebbe stato più cauto nel suo giudizio. Ma è roba vecchia, acqua passata. Perché la situazione oggi è peggiore.

E si parla, ancora, di fortunati. A gennaio il tasso di disoccupazione giovanile in Italia ha superato il 29%. E questo è un dato, nessuno lo dice mai, al ribasso: il tasso di disoccupazione è calcolato infatti come rapporto fra le persone in cerca di lavoro e la forza lavoro complessiva. Il che vuol dire che chi ormai dispera di trovare un lavoro e si arrangia con lavoretti al nero (quando va bene) o chi comunque non si iscrive ai Centri per l'impiego, non viene conteggiato. Le statistiche ci dicono che circa il 20% dei giovani italiani sotto i 24 anni fanno parte della categoria dei NEET (Not in Education, Employement or Training: coloro che non lavorano, non studiano e non fanno formazione professionale): un problema sociale che rischia di trasformarsi in catastrofe sociale. Perché il tempo, a livello di economia globale, non volge al bello: quali effetti avrà da questo punto di vista la catastrofe giapponese, visto che il Giappone è il secondo detentore del debito USA? E se pure uno come Tremonti, quello che ci diceva che la crisi non esiste e che possiamo tranquillamente comprare un hamburger o verniciare il garage, ci dice che «la speculazione è a piede libero», che «bonus, derivati, tutto è agli stessi livelli di prima della crisi», possiamo stare tranquilli?
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