mercoledì 16 febbraio 2011

La Santa Alleanza e il CLN "de' noantri"

L'intervista di Bersani alla Padania e quella di Vendola al Corriere della Sera rilanciano con forza il tema del "CLN per cacciare Berlusconi". Il segretario del PD porge un ramoscello d'ulivo alla Lega, riconoscendo a questa forza politica di non essere razzista e proponendole di "fare il federalismo con il PD"; il presidente della Puglia, alla domanda se per cacciare Berlusconi sarebbe disposto ad aprire a Fini risponde "Mettiamoci tutti insieme per dare vita ad un'alleanza che si prefigge di andare al governo per fare tre cose: la riforma elettorale, la legge sul conflitto d'interesse, la riforma del sistema radiotelevisivo e d'informazione. Esauriti questi compiti si torna alle elezioni". Voglio sorvolare sulla qualificazione della Lega Nord come "partito non razzista" (ricordo i cori antinapoletani di Matteo Salvini, o l'invito ad eliminare i bambini DEI zingari fatto dal sindaco di fatto di Treviso Giancarlo Gentilini), non è questo di cui voglio parlare (anche se da parlare ci sarebbe, e molto). Quello che mi interessa rilevare è questa doppia offensiva da sinistra verso destra per la costruzione di un unico ampio fronte antiberlusconiano. Tutti insieme appassionatamente, dunque, in una riedizione quindi del Comitato di Liberazione Nazionale, che difatti univa Badoglio, De Gasperi, Togliatti, Parri, Nenni eccetera. Per cacciare il tiranno, fare quelle "due o tre riformette necessarie" (ammesso che il federalismo sia classificabile come "riformetta") e poi ognuno per la sua strada. Proposta che può avere una sua razionalità e visto che ha funzionato una volta... perché non riprovarci?

Già... perché non riprovarci? Semplice: perché il paragone con quell'esperienza non regge. Partiamo dal contesto: allora l'Italia usciva da una guerra distruttiva e da una dittatura ventennale, in una situazione internazionale molto diversa da quella attuale, caratterizzata dalla divisione del mondo in due blocchi contrapposti, che da lì a poco avrebbero giocato la loro partita nel nostro sistema politico. L'Italia era da ricostruire "materialmente" e quindi le prospettive di sviluppo erano buone. L'Italia usciva dalla stagione della Resistenza e quindi il tessuto sociale era molto attivo, c'era una gran voglia di partecipazione e soprattutto c'era fiducia nella nuova classe politica che si apprestava a guidare il paese, forgiata anch'essa nella "fucina" della lotta antifascista. Ecco, mi pare che tutte queste condizioni manchino nella situazione attuale. Soprattutto mi pare manchino le "potenzialità espansive" dell'economia e un tessuto sociale attivo e fiducioso nei propri rappresentanti. E poi il paragone fra il CLN e le larghe intese di oggi mi pare fuorviante anche relativamente a quello che di solito fa un CLN: caccia il tiranno, crea una rotture istituzionale netta (istituzionale, non "solo" politica!) con il passato, poi magari indice libere elezioni, dove ognuno corre da sé, ma dove certo non c'è il "partito del tiranno". Insomma, il CLN degli anni 40 fece fucilare Mussolini a Dongo, poi indisse il referendum istituzionale e le elezioni per l'Assemblea Costituente, dove certo non partecipava il partito fascista. Mi pare che questi non siano i compiti e gli obiettivi del "CLN de' noantri", quello che va da Vendola a Fini, da Bersani a Bossi. Sarà per questo, forse, che ultimamente, più che di CLN, si è parlato di "Santa Alleanza", che ci rimanda a qualche anno prima, al 1815 anziché al 1945. Ma la "Santa Alleanza" voluta dallo zar Alessandro aveva compiti ben precisi: quello di mantenere l'ordine esistente negli stati membri (Austria, Prussia e Russia e poi in seguito Inghilterra e Francia) secondo il "principio di intervento": in pratica ogni contrente si impegnava ad intervenire per sedare eventuali rivolte che si verificassero negli stati contraenti, al fine di evitare ogni possibile contagio rivoluzionario. E se il paragone col CLN non mi pare calzante, questo mi fa venire un brivido freddo...


Nessun commento:

Posta un commento