domenica 16 gennaio 2011

Come reagiremo a Mirafiori?


Dopo il "referendum" di Mirafiori, dopo lo straordinario risultato ottenuto (47% di "NO", espresso da persone sotto ricatto, maggioranza dei "NO" fra gli operai, il "SI" che vince solo grazie ai "colletti bianchi", cioè coloro che non vedranno la loro condizione di vita e lavorativa sostanzialmente mutata dalla dottrina Marchionne) abbiamo detto che i lavoratori hanno ottenuto una vittoria morale e politica. E con loro adesso sono più forti quelle parti politiche che hanno sostenuto dal primo momento e senza tentennamenti la battaglia della Fiom. Che adesso il PD ha mostrato tutte le sue divisioni ed è meno tortuosa la strada per l'unità della sinistra.
Spero che l'analisi sia giusta. Lo spero davvero. Non vorrei che a forza di sconfitte della sinistra e dei lavoratori si desse più importanza ad una "vittoria morale" di quella che in effetti ha. Perché purtroppo, seppure non fosse scontato che oltre 2000 lavoratori con la pistola puntata alla tempia scegliessero di manifestare la propria dignità e la propria schiena dritta, seppure Marchionne dovrà adesso gestire una situazione dove la metà di tutti i lavoratori, la maggioranza degli operai, gli hanno detto "NO" a brutto muso, il "SI" ha vinto, la dottrina Marchionne e l'accordo sindacale che da essa nasce diverranno cogenti. La Costituzione, con il valore e la dignità che riconosce al lavoro, si fermerà fuori dai cancelli. Turni massacranti, pause ridotte, scioperi vietati. E democrazia sindacale sospesa. Io temo che, nonostante la vittoria morale, si sia subita una sconfitta "in pratica", per quanto sotto ricatto ed in condizioni in cui non era pensabile vincere. Il risultato è stato grandioso ma non sufficiente. Temo che nonostante tutto il plebiscito di mirafiori abbia lo stesso effetto della marcia dei 40mila. Temo la normalizzazione nel PD e nella Cgil, temo la normalizzazione della Fiom, soprattutto, sotto la pressione di chi dice: "abbiamo fatto una battaglia giusta, ma abbiamo perso: prendiamone atto e firmiamo l'accordo". Temo l'adeguamento al nuovo contesto di Sel, temo che saremo soli, come FDS, passata l'adrenalina del 47% e della vittora fra gli operai, a condurre questa battaglia inevitabile dall' esito scontato. Ed essendo la battaglia, appunto, inevitabile, i miei dubbi sono oziosi, perché a questa battaglia non c'è alternativa. Spero di sbagliarmi e di essere smentito dai fatti. Spero che tutto ciò che pavento non accada. Non c'è nessuna gloria nel dire domani, in un futuro più schifoso del presente, "io l'avevo detto".



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