domenica 30 ottobre 2011

Risatine e letterine

Dopo la "risatina" di Angela Merkel e Nicholas Sarkozy, Berlusconi manda una letterina all'Ue (manco fosse Babbo Natale) in cui dichiara formalmente la sua accettazione e obbedienza nei confronti dei ai diktat di Francia, Germania e BCE al nostro Paese.

Nella lettera il presidente del consiglio annuncia, fra le altre cose che sarà più facile licenziare i lavoratori a tempo indeterminato per motivi economici e che si andrà in pensione a 67 anni.

Il primo provvedimento è evidentemente una "foglia di fico" per licenziare lavoratori "scomodi": sindacalisti, donne con figli, lavoratori malati ecc. I dati dimostrano che già ora è fin troppo facile licenziare: qualche giorno fa ho avuto modo di partecipare ad un convegno sul mercato del lavoro organizzato dalla Provincia di Torino, durante il quale è stato diffuso un dato interessante seppur parziale: nel Veneto l'8% degli assunti a tempo indeterminato nell'anno 2008 al 30 giugno 2011 risultava già licenziato (fonte Veneto Lavoro). Insomma, il problema dei lavoratori "stragarantiti", come va di moda dire oggi, non esiste. E poi vorrei che qualcuno avesse il coraggio di spiegare, senza giri di parolo cosa vuol dire "stragarantiti". Quelli cioè che pretendono di potere un minimo pianificare la propria vita grazie ad un lavoro stabile? Quelli che pretendono di avere la possibilità di fare un figlio, di accendere un mutuo per comprarsi la casa? Ma che pretese! dove finiremo! Stai a vedere che "anche l'operaio vuole il figlio dottore"!

A questo si aggiunga lo studio diffuso proprio ieri dalla CGIA di Mestre (si tratta di una associazione imprenditoriale, non di una cellula di estrema sinistra) dove si affermava che in caso di licenziamenti più facili il tasso di disoccupazione salirebbe all'11%.

Il secondo provvedimento, al solito, che ha evidentemente lo scopo di fare cassa diminuendo le uscite per le pensioni, viene, ancora al solito, giustificato (e c'è chi ci crede) come una misura che creerà nuovi posti di lavoro per donne e giovani. Confesso, ma il limite è senz'altro mio, che la logica di tale argomentazione mi sfugge. Com'è possibile che se un lavoratore occupa il suo posto di lavoro per due anni in più ci sia più lavoro "per i giovani" (e questa demagogia giovanilistica che vuol mettere i figli contro i genitori mi urta... non perché ho da poco girato la boa dei quarant'anni, mi urtava anche venti anni fa!) non riesco davvero a capirlo. Qualcuno me lo spieghi, per favore!
Insomma, il governo Berlusconi, sottoposto ai diktat della Banca Centrale Europea (e quasi quasi questi diktat gli fanno comodo, almeno si può dare la colpa a qualcun'altro), sta usando la crisi economica per arricchire chi è già ricco (a partire dalle banche) e per impoverire sempre di più i lavoratori e le lavoratrici.

Si potrebbe dire che i lavoratori hanno già pagato abbastanza e che i soldi per il debito pubblico (spaventosamente aumentato durante i governi Berlusconi) vanno trovati altrove: nella lotta all'evasione fiscale, nel taglio delle spese militari, prendendoli a chi ce li ha con la patrimoniale, non dalle tasche di chi la crisi la sta subendo. Ma sarebbe solo inutile propaganda di un comunista medio.

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