sabato 20 agosto 2011

Piccola disavventura di un amministratore antifascista

Cominciamo dal principio: tutto iniziò quando il borgomastro di una cittadina bavarese decise di essere stufo del "turismo" neonazista sul territorio della sua gemeinde. All'ombra del proprio rathaus infatti era sepolto un noto gerarca nazista, la cui tomba era meta di pellegrinaggi di teste rasate e nostalgici del terzo Reich. Si sa, i tedeschi sono gente pratica, quindi cosa fece il nostro borgomastro? semplice, fece esumare il cadavere del gerarca, ne consegnò i resti ai familiari che decisero di cremarli e, nell'approvazione generale dei suoi concittadini e della Germania intera, rimosse il suo sepolcro. Fine (almeno si spera) dei pellegrinaggi sotto il segno della croce uncinata.

Cosa fa in Italia un oscuro amministratore di una piccola provincia, legato a un piccolo partito che si dichiara (scusate il termine) "comunista"? Condivide la notizia sul suo profilo di facebook con un commento che voleva essere ironico: "Non sarebbe male se facesse qualcosa di simile anche il sindaco di Predappio". Ore 21.28 di Giovedì 21 luglio di un anno qualsiasi dell'era del web 2.0. Il giorno dopo l'amministratore in questione, verso le 15,30 riceve la telefonata da un giornalista dell'ANSA, che gli chiede il senso di quella proposta. "Macché proposta" dice l'amministratore in questione, "è un post su facebook, ha la stessa rilevanza di una battuta fatta a cena fra amici". Il giornalista, evidentemente non convinto chiede i motivi di quella battuta. L'ingenuo e tapino amministratore, invece di chiudere la conversazione con un "ti ho detto che è una battuta e che non è una proposta, non cercare di farci uno scoop!" abbocca all'amo e dice "beh, ho fatto il parallelo con quanto avvenuto in Germania... siccome trovo disdicevoli i pellegrinaggi vetero- e neo-fascisti a Predappio in una Repubblica democratica dove è vietata l'apologia di fascismo  e bla bla bla...". La chiamata si chiude con la convinzione dello sprovveduto amministratore di aver chiarito la cosa, che quindi il rampante gironalista, magari deluso, lascerà perdere.
La sera stessa l'amministratore, prima di andare a letto, da un'occhiata al suo profilo di FB: trova la richiesta di amicizia di una sconosciuta, che espone in bella vista il logo di una associazione neofascista sulla foto del profilo. "E chi la conosce, questa?" pensa lo sventurato, e rifiuta l'amicizia. Spenge il computer e va a letto. 
La mattina dopo (è sabato) il nostro ha una riunione politica, fino all'ora di pranzo circa. Racconta ridendo ai compagni di partito di essere stato contattato da un giornalista dell'ANSA per quella battuta sulla tomba di Mussolini. "Chissà che pensava... poveretto, ci sarà rimasto male... nessuno scoop". "Mentre venivo qui, in macchina, su Radio 24 ho sentito la notizia di qualcuno che proponeva di abbatere la tomba di Mussolini" risponde un compagno "stai a vedere che diventi famoso!". "Seee", risponde l'amministratoruncolo,"stai a vedere che su Radio 24, radio di Confindustria, perderebbero tempo con certe sciocchezze". Torna a casa, pranza e da un'occhiatina alla su bacheca su FB. Con suo grande stupore vede di avere cinque o sei richieste di amicizia e una ventina di messaggi privati. "E che è?" pensa il miserabile. Le richieste di amicizia provengono, a parte un paio, da persone sconosciute con le quali non ha amici in comune e che espongono, quali immagine del profilo, simboli neofascisti vari, cani pit-bull arrabbiati, teste rasate... "????" pensa il nostro. Poi apre i messaggi: un tipo che lo sfida a duello rusticano davanti alla tomba del "DVCE", qualcuno che gli chiede, civilmente, i motivi della sua proposta, gente che gli rivolge varie minacce, un altro gli dice che è grasso e che deve dimagrire ("e che vuoi", pensa il nostro, "dopo una certa età, a non 'tenersi' un po' noi uomini mettiamo su la pancia... se è per quello perdo anche i capelli!"), poi vari insulti della varia e pittoresca retorica neo-fascista: "infame", "zecca" eccetera. "Ma che succede?" pensa il nostro amico... poi gli torna in mente: "ma vuoi vedere che...". Digita su google news il suo cognome e la parola "mussolini" e voilà! Scopre che il giorno prima avrebbe fatto la proposta (non si sa se a nome della sua provincia o del suo partito) di abbattere la tomba di Mussolini a Predappio. Notizia diffusa dall'ANSA e ripresa dai siti di vari organi di informazione e da molti siti di notizie on-line. Ovviamente linkati su facebook diverse centinaia di volte (nei giorni successivi si arriverà a oltre 1400 volte). Si alza stordito dal computer e pensa al da farsi. Ogni tanto per tutto il pomeriggio controlla la sua casella di posta di FB. E' un continuo: insulti, minacce... qualcuno che gli dice "bravo, abbattila e cagaci sopra, siamo tutti con te!". La sera il derelitto ha una iniziativa in un comunello della provincia: Avendo il nostro fra le altre, la delega allo sport, deve andare alla festa organizzata in onore di una giovane ciclista campione d'Europa"... ne ha una voglia... Passa la sera a pensare a quanto gli sta succedendo, al casino nel quale si è messo con una battuta su facebook e a non rispondere a tono al giornalista che lo ha chiamato il giorno prima.


Il giorno dopo (domenica) stessa cosa. Su facebook e su tutto il web gli insulti e le minacce rivolte a lui si sprecano... per fortuna arriva anche la solidarietà di un predappiese che condivide la sua "proposta". Arriva anche un comunicato del sindaco di Predappio, che sul suo profilo FB (anche lui!) scrive "Quando uno non ha proprio niente da dire, per andare sui giornali tira in ballo Predappio e il suo Sindaco. Dopo il presidente della Provincia di Bolzano, arriva questo signore, che è il vicepresidente della Provincia di .... ...un altro buon motivo per chiudere le Province"... e giù commenti sulla scarsa intelligenza del nostro assessore provinciale, accenni al fatto che "beve troppo" ("...ma se sono quasi astemio!", protesta in cuor suo il poveraccio... poi lascia perdere perché questa potrebbe essere addirittura un'aggravante... della serie "a me mi passa..."). Dalla stampa on line, che il nostro controlla costantemente per tutta la domenica arriva anche un invito dal suddetto sindaco del paese natale di... Adone Zoli (pensavate a qualcun altro, vero?), di andare a visitare Predappio che non è un villaggio dell'Africa sub-sahariana, ma un paese civile. Il nostro pensa alla sua missione internazionale in Senegal di qualche anno prima, al grande decoro e alla grande dignità nella povertà estrema di quel popolo, pensa agli amministratori pubblici che lì ha incontrato, ai ministri con i quali ha parlato... pensa al fatto che in Senegal di cortei in camicia nera non ne ha visti....anche se c'è un leader del passato che viene letteralmente venerato: si tratta di Leopold Senghor, il presidente-poeta della negritudine. Un cristiano venerato in un paese dove il 95% della popolazione è musulmano. Pensa al fatto che la donna senegalese ha una posizione e una considerazione sociale che nulla hanno da invidiare a quelle delle italiane. Anzi! Pensa a tutto questo e davvero non capisce il senso della battuta del sindaco sull'Africa subsahariana.
Il nostro è ormai quasi fuori uso... gli si ripropone il vecchio dilemma leninista: "Che fare?": lasciar passare, il "caso" si smonterà da solo... si sa come siamo noi italiani: dopo due giorni non ci ricordiamo più niente... figuriamoci fra una settimana chi parlerà più di lui! Cercare di "precisare" il senso della sua battuta, rischiando di trascinare per qualche giorno ancora la polemica... Ne parla con la moglie (tedesca) la quale, saggia donna, gli consiglia di buttare giù due righe di precisazione e di non inviarle, ma di dormirci su ed eventualmente inviarle domattina. Il miserrimo benedice il giorno che ha incontrato questo angelo ariano. Fra i pensieri che gli turbinano in testa appare anche quello di vendere tutto, lasciare il suo incarico, il suo "posto fisso" in Comune e trasferirsi nel paese della moglie. Perché la Germania, molto più permeata dal nazismo di quanto l'Italia non lo sia stata dal fascismo, ha chiuso davvero i conti con quell'esperienza. I neonazisti sono gruppi abbastanza marginali ed isolatissimi (specialmente all'ovest) e non viene davvero tollerata nessuna esposizione di vessilli, simboli e quant'altro possa ricordare il nazismo. Basti pensare che i "rathaus" (i comuni) espongono solo la bandiera del comune e quella del Land... quella tedesca no, per evitare di "coltivare" sentimenti nazionalistici. Figurarsi se si potrebbero tollerare pellegrinaggi sulla tomba di Hitler! Ma si sa, i tedeschi sono molto più efficenti di noi... evidentemente anche nell'imparare la lezione della storia. Mentre noi, col nostro insidiosissimo mito dell'"italiano brava gente", siamo particolarmente indulgenti con le nostre nefandezze storiche. E poi "Mussolini ha fatto l'errore di allearsi con Hitler e di entrare in guerra (e ti pare poco??), ma prima non era così cattivo. La previdenza, gli assegni familiari...". "Sì", pensa il nostro assessorucolo, "e Matteotti, Gobetti, Gramsci e tutti gli altri, le leggi razziali, l'olio di ricino e il manganello... e poi basta con questa retorica della previdenza... la pensione ce l'hanno anche in Francia, mica c'era bisogno di venti anni di dittatura!"


Così la sera il poveretto si rimette al computer e butta giù il seguente comunicato:

"Spero che questa mia precisazione non abbia il senso del famoso "sono stato frainteso" che qualcuno molto più famoso di me usa pronunciare quando la stampa riporta qualcosa che evidentemente non gradisce. E Tuttavia desiderei puntualizzare qualcosa sull'affaire "estivo" della questione della tomba di Mussolini a Predappio. Come ho specificato al giornalista dell'ANSA che ha ritenuto di chiamarmi per comprendere il significato del mio commento su Facebook alla notizia dell'abbattimento della tomba di un noto gerarca nazista in Baviera (ma evidentemente non ci siamo capiti), la mia non era una "proposta". Era un commento su un social-network, che, credo, dal punti di vista politico-istituzionale abbia lo stesso peso di una battuta fatta in una cena fra amici. Ho solo ribadito, spero legittimamente, che ritengo i vari pellegrinaggi di nostalgici del fascismo alla tomba di Mussolini un po', diciamo così, disdicevoli. Spero di poterlo dire in un paese la cui Costituzione prevede il divieto di ricostituzione del partito fascista e dove è vietata l'apologia del fascismo! Un commento su un social network, che deve essere considerato per quello che è. Non è né una proposta della provincia di ...... (della quale Predappio non fa parte, e del resto gli amministratori fanno proposte solo ed esclusivamente attraverso gli atti, non con i post su facebook), né una proposta del mio partito (nel quale, tra l'altro, non ricopro nessun incarico di rilievo). Titolari del potere di proposta su una materia del genere, in entrambi casi, sarebbero altri, non io. Al sindaco di Predappio dico che della "notorietà" guadagnata con questa vicenda avrei fatto volentieri a meno: il mio profilo di facebook è stato infatti subissato da numerosi messaggi di persone che nel migliore dei casi mi chiedevano, civilmente, i motivi della mia "proposta", in altri casi mi offendevano (zecca, infame ecc.), in altri ancora mi minacciavano esplicitamente. Alcuni invece mi facevano i complimenti.
Mi si permetta, però, approfittando di questo indesiderato "momento di celebrità", di sottolineare una cosa, sulla quale invito tutti gli antifascisti, a partire dal sindaco di Predappio, a riflettere. Mentre in Russia si discute tranquillamente e civilmente sull'opportunità di spostare la salma di Lenin dal mausoleo sulla Piazza Rossa, in Italia una battuta su Facebook crea questo putiferio mediatico e la reazione che dicevo in termini di minacce, insulti eccetera. Credo che questo parli del clima politico del Paese, dove evidentemente il vulnus rappresentato dal fascismo non è ancora superato. Se avessi fatto una battuta del genere su Garibaldi o Mazzini, credo che nessuno se ne sarebbe neppure accorto.
"

Insomma: sono libero di dire, tra l'altro privatamente, che secondo me un sacrario dedicato ad un criminale del calibro di Mussolini è una indecenza in un paese democratico? E poi, premesso che non ho fatto alcuna proposta relativa alla distruzione della tomba di Mussolini... e se anche lo avessi fatto? Avrei commesso qualche reato? Ma non posso esprimere liberamente la mia opinione?

Un'ultima occhiatina ai messaggi minatori su FB e alle richiese di amicizia "sospette" - fortunatamente stanno scemando - e se ne va a letto.

La mattina dopo (è lunedì, ma nella sua città è la festa del Santo Patrono e, toh, è anche la ricorrenza della deposizione di Mussolini da parte del gran consiglio del fascismo) chiama il presidente delle sua provincia e le spiega l'accaduto. Anche lui ritiene utile una precisazione a mezzo stampa. Invia l'articolo via mail alle testate che l'hanno pubblicato: la Nazione della sua città e il Resto del Carlino di Forlì. Intanto iniziano ad arrivare sul web i comunicati delle varie formazioni neo-fasciste. C'è chi lo chiama "decerebrato" (e da che pulpito...), chi dice "e chi lo conosce questo qui?" e poi ci attacca una lunga esegesi del pensiero malefico e mefistofelico del poveraccio. "Ma non dicevi che non mi conosci?" si chiede il nostro. Addirittura c'è chi arriva ad ipotizzare il reato di vilipendio di cadavere! "Ma come???", pensa fra se facendo outing anche a se stesso, "io che detesto le immagini di piazzale Loreto perché mi hanno fatto provare qualche pietà anche per Mussolini!". In tarda mattinata parla col sindaco di Predappio. L'incidente "diplomatico" è chiuso, e si guadagna pure un invito a visitare la cittadina... magari con annesso pranzo a base di specialità romagnole ("magari un bel piatto di strozzapreti alla littoriana o una bella piadina della camicia nera... il tutto annaffiato da un bicchiere di sangiovese 'Sangue di Benito'... alla trattoria 'da Nonna Rachele'" pensa... ma capisce che non è il caso di insistere con le sue insulse battute!). Intanto continua a cercare notizie su internet su quello che gli sta succedendo. Scopre un mondo che non sapeva esistere, una quantità di sigle neofasciste con nomi da rabbrividire. Si chiede: "ma perché il divieto di ricostituzione del PNF non viene fatto rispettare?". Si documenta un po' su Wikipedia (eh beh... come dicevo siamo nell'era del Web 2.0) e scopre che esistono delle sentenze della Corte Costituzionale secondo le quali il divieto riguarderebbe chi volesse ricostituire, anche sotto diverso nome, il PNF, non un generico altro partito ispirato all'ideologia fascista. Per cui basta dire "ho costituito un altro partito fascista, non ho ricostituito il PNF" per aggirare la norma. Un mondo che pare seguire una logica a lui sconosciuta... come quel tizio che, dice, è stato a Predappio in pellegrinaggio alla tomba del DVCE quando, ad un certo punto è entrato in una gelateria... ha visto che avevano il "gusto Benito". Si è guardato intorno e non ha visto, nel negozio alcun gadget fascista, nessun cimelio del ventennio, nessuna foto del DVCE... ha chiesto al gelataio il perché di quella gravissima mancanza. Il gelataio risponde "perché io non sono fascista... per me Mussolini è solo un richiamo per la clientela" (!!!). Al che, conseguentemente, il prode fascista in pellegrinaggio invita tutti i camerati a boicottare quella gelateria... e giù un eia eia alalà. Oppure quel tizio che chiama a raccolta i "signori camerati con il titolo di cavallieri dell'ordine dell'aquila romana", esortandoli a presidiare il "sepolcreto" (sepolcreto?) di "S.E. Benito MVSSOLINI", al fine di evitare che venga distrutto... caspita, lo vedono già là, con mazza, piccone e cappello fatto con due pagine del Resto del Carlino. Un'Italia tetra, pittoresca solo in apparenza, che solo in apparenza pare la caricatura di sé stessa. Un'Italia sconosciuta e minacciosa che lo inquieta, per non dire peggio.

Ma nei giorni successivi qualcosa sarè ancora più inquietante: si accorgerà che il fantasma del fascismo agita ancora il corpaccione fetido e lugubre di una certa "Italia profonda" (caspita, che metafora... del resto oltre che del Web 2.0 siamo anche nell'epoca delle "narrazioni").... Guai a scherzare su queste cose! Perché si accorgerà che magari molti "antifascisti", nel commentare la cosa si limiteranno ad un sorrisino tirato e a un gelido "devi stare più attento", "i social network sono strumenti pericolosi"... come dire: "te la sei cercata, pezzo di bischero". Certi discorsi vanno bene per le commemorazioni, quando la banda suona l'Inno di Mameli e Bella Ciao (e poi via col nazional popolare: La Bella Gigogin, Bandiera Gialla, Le Tagliatelle di Nonna Pina...), mica nella vita normale! Caspita, hai quarant'anni, non hai ancora imparato a distinguere le cose serie dalle cazzate?Insomma, in perfetta sintonia con alcuni dei commenti arrivati i giorni precedenti :"il DVCE non si tocca!". Magari per motivi opposti, ma non si tocca. Alcuni richiamano la sua posizione istituzionale "ma insomma... un assessore che dice 'ste cose... non è opportuno... tu rappresenti le istituzioni!", come se quelle istituzioni che lui rappresenta fossero piovute dal cielo, come se quelle istituzioni non ci fossero state consegnate dalla resistenza al nazifascismo! Altri, da destra come a sinistra, lo rimprovereranno da un altro punto di vista: "ci sono cose più importanti da fare". Non capirà questo rimprovero, davvero no. Esattamente il fuoco di fila di minacce e insulti sguaiati che ha ricevuto, esattamente questo gelo nelle ossa che ti prende quando hai a che fare con la bestia fascista dimostra che l'antifascismo è una "cosa importante da fare": proprio negli stessi giorni, un neonazista e integralista cristiano, ucciderà, da solo più di novanta ragazzi e ragazze in un paese del Nord Europa, crimine a suo dire necessario ad evitare l'affermarsi del "marxismo culturale" e della società multiculturale. Altri ancora, le persone che gli vogliono bene, gli diranno "potevi evitare: rischi di metterti nei guai". "Ma come", continuerà a non capire, "i Partigiani sono morti a venti anni per darci la nostra democrazia e noi, a quarant'anni, dobbiamo aver paura a difenderla?". Veniva trattato, da quasi quasi tutti coloro con cui parlava di questo episodio, come uno che aveva tirato un bestemmione in chiesa. E lui, da tutta questa vicenda ne ricaverà un gran senso di solitudine. Solo, davanti a un mostro livido e minaccioso, grande cento, mille volte lui. Un'immagine superomistica che forse piacerebbe molto ai fascisti stessi. A parole, perché poi, a picchiare, quelli ci sono sempre andati in gruppo.


PS: ovviamente, ça va sans dir, qualsiasi riferimento a fatti, cose, persone realmente esistenti è puramente casuale... meglio cautelarsi!

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