mercoledì 13 aprile 2011

Riemergere. Ed in fretta, anche!

Dopo la disfatta dell’arcobaleno buttai giù di getto una mia riflessione che poi divenne l’editoriale di un numero di Essere Comuinisti”. Chi è interessato può leggerlo qui.Evidentemenete sopravvalutavo la nostra capacità di reazione a quella disfatta, non consideravo la possibilità di una scissione come colpo di coda di quel bertinottismo che per quasi 15 anni aveva lavorato nelle teste dei comunisti. Non siamo stati in grado di raccogliere le forze, di riorganizzarci e di prepararci alla “lunga traversata del deserto”. Non abbiamo avuto le forze necessarie per un lavoro nel sindacato, non siamo riusciti a fare dei nostri eletti locali quelle persone che avrebbero potuto darci un minimo di visibilità, probabilmente anche per i limiti soggettivi dei compagni (io per primo) che riusciamo a selezionare come amministratori pubblici.
Le cause di tutto ciò sono molteplici, oggettive e soggettive, ma è inutile parlarne oggi. Certamente una delle cause è che “non ci si crede più”, che c’è aria di smobilitazione. La FDS? “sì, ci abbiamo provato,ma non decolla, non ci crede nessuno”. Quanto questo sia causa o effetto del fatto che non siamo stati in grado di elaborare una proposta politica precisa sarebbe altro argomento di discussione, ma non è questo il punto. Credo che non ci sia più tempo per tutto questo, neppure se si votasse nel 2013. Non ci siamo riusciti in tre anni, in condizioni migliori di quelle attuali, non vedo come ci si possa riuscire da qui ed il 2013. Sarò brutale. Se vogliamo davvero salvare Rifondazione comunista e con essa la FDS, ad oggi, rebus sic stantibus (Vendola che viaggia sull’8%, almeno nei sondaggi, e che non ha alcuna intenzione di “unire la sinistra”, se non altro perché nella sua ottica la sinistra lui l’ha già unita in SEL; nostro stato di sfiducia nel nostro futuro:a poco serve il fatto che PDCI+PRC abbiano più iscritti di SEL se comunque siamo simili ad un esercito in rotta, preferirei avere 10.000 iscritti che stanno al pezzo, piuttosto che 60.000 in ritirata), abbiamo, a mio avviso una sola possibilità (possibilità, non sicurezza). Prima cosa: un paio di proposte forti da gettare nel dibattito politico. Non mancano i temi all’ordine del giorno. E’ mai possibile che un tema come quello della precarietà debba essere afrontato in modo politicamente “neutro”, da manifestazioni “senza bandiere”, che durano un paio d’ore e che hanno l’eco di un giorno? Per fare questo non ci vuole molto. E’ lavoro di una mattinata, non di più. Su queste due o tre proposte impegnare, da qui e le prossime elezioni, le energie residue, che sono sempre meno. Magari concentrandosi sui problemi del lavoro, perché a dire "no al nucleare, sì alle rinnovabili" (che va detto, ci mancherebbe!) sono più bravi i Verdi; a scagliarsi contro le magagne giudiziarie di Berlusconi (che va fatto, ci mancherebbe!) sono più bravi quelli dell'IDV.

Seconda cosa: rientrare in Parlamento. Perché Fazio, nel suo dire "Rifondazione non esiste più" non fa altro che interpretare il senso comune. Non facciamo gli scandalizzati. Chi ogni tanto si fa vedere a dare due volantini al mercato sa che la frase più ricorrente che gli viene rivolta è: "Allora ci siete ancora!", detta anche con un certo stupore. Se avessimo 150mila militanti potremmo tranquillamente stare fuori dal Parlamento. Avremmo comunque visibilità, avremmo comunque risorse. In Parlamento ci rientreremmo senza grosse difficoltà. Ma non è così. Rientrare in Parlamento diventa quindi vitale, a qualunque costo o quasi, il fine giustifica i mezzi. In alleanza con il centro sinistra, magari proponendo una lista unitaria con altre forze per essere sicuri di superare lo sbarramento del 2% (penso a quanto fatto in Toscana alle regionali). Secondo me ce la faremmo anche da soli, ma non mi pare il caso di rischiare. A quel punto, con più risorse, con la comunque poca visibilità che ci darebbe un pugno di deputati, FORSE (ma non è scontato) ci sarà la possibilità di rilanciare Rifondazione (e quindi la FDS). Questa mi pare, realisticamente, l’unica strada che siamo in grado di tentare. E molto non dipende neppure da noi: SE il PD ci vuole, SE superiamo il 2%, persino SE Vendola non porrà veti (lo dicevo prima: nella sua ottica probabilmente noi siamo solo elemento di disturbo). Sconfortante, avvilente, poco dignitoso. Indubbiamente. Ma altre strade percorribili non ne vedo. L'unità di tutti i comunisti, che molti compagni vagheggiano, dal PDCI al PMLI, dal PRC al PCIML, dal PCL a Sinistra popolare, da Sinistra critica ai CARC, mi pare fuori dal novero delle cose possibili. Può andare bene come slogan, ma li vedete insieme il trotzkista Ferrando con l'ultra stalinista Scuderi? e come affronteranno, assieme, il nodo delle alleanze Diliberto e Domenico Savio?Mi pare che manchino le possibilità anche solo di prepararci alla “bella morte” con la bandiera in mano. Perché non è che "pugnando si morrà", come scrivevo in un eccesso di lirismo epico alla fine del mio articolo del 2008. O meglio, se "pugneremo" fino alla morte lo faremo fra noi, in una infinita, quanto grottesca, quanto incomprensibile, resa dei conti.



Nessun commento:

Posta un commento