domenica 22 maggio 2011

La plutocrazia delle "Pettegole Globali"

L'agenzia Standard & Poor's ha tagliato l'outlook sul rating della Repubblica italiana da stabile a negativo, confermando il rating a lungo termine «A+ » e a breve termine «A/1+» sul debito sovrano. L'ondata delle "retrocessioni" che aveva già colpito Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna (con le conseguenze in termini di politica economica e sociale che abbiamo visto), investe ora anche l'Italia. Come sempre avviene in questi casi il governo italiano si è affrettato a criticare la decisione, affermando che l'Italia rispetterà gli impegni con gli investitori e che l'elemento di maggior criticità rilevato da S&P's, la possibile paralisi politica, è da escludere "in modo assoluto"

Una simile reazione l'aveva avuta anche il governo greco quando era stato il proprio turno. Non servì a granché, come si è visto.
Ma chi sono questi, che con un voto possono a loro capriccio far fallire uno stato o influenzarme pesantissimamente la politica economica? Chi sono questi che affibbiando una letterina decidono sulla vita di milioni di persone? Che facce hanno? Chi li paga? Chi li sceglie? Chi ne attesta l'affidabilità?
Si potrebbe dire che le agenzie di rating (come S&P's, Moodys eccetera) sono delle vere e proprie pettegole globali: sono delle società private che, alzando o diminuendo l'affidabilità (almeno secondo loro) di un paese costringono quel paese ad aumentare gi interessi sui titoli di stato, costringendolo a mettere in pratica politiche di tagli alla spesa pubblica per pagare appunto questi interessi. E' come se io andassi in giro a dire "tizio non paga". Non importa che sia vero o meno: quello che conta è che, a scanso di rischi, nessuno gli farà più credito.
E non conta neppure se queste agenzie in passato abbiano sbagliato pesantemente le loro valutazioni: Moodys a suo tempo dichiarò che Lehman Brothers meritava 10 e lode. Dopo un errore del genere avrebbe dovuto almeno chiedere scusa. Macché, per riguadagnare un po' di credibilità ha pensato bene di far fallire la Grecia.
Non conta neppure il fatto che siano protagoniste di un enorme e macroscopico conflitto di interesse: qeste agenzie, infatti, mentre danno giudizi a destra e a manca nel contempo fanno attività di investimenti. Potrebbero quindi diminuire strumentalmente il rating di uno stato per acquisirne poi titoli di stato per vedersi riconosciuto un tasso di interesse superiore. Tasso di interesse pagato poi con tagli ai servizi pubblici, alla spesa sociale, alla scuola eccetera.
Insomma, siamo oltre alla politica condizionata dalla commissione UE, siamo oltre alla politica condizionata dal FMI (che per lo meno è nominato dagli stati sovrani, per quanto il peso dei singoli stati sia determinato dalla quota versata, come in una qualsiasi società per azioni). Qui stiamo parlando di una società privata che è capace, con le sue valutazioni, di far fallire uno stato. Una vera e propria plutocrazia sostanziale che si sostituisce alle ultime parvenze di una democrazia ormai solo formale. Quekla stessa democrazia che l'occidente avrebbe la pretesa pure di esportare...

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